VIDEOTEPPISTI

Giravamo attorno a quella banca da ore.

Era evidente: le forze dell’ordine si erano accorte di noi.

Quell’auto scura che ci inseguiva con sirene spiegate non si sarebbe potuta spiegare altrimenti.

Lanciai una rapida occhiata agli altri.

Stefano, Federico, Zanna e Marconcio.

Nessuno di loro fiatava.

L’unico che continuava imperterrito a squarciarci le orecchie era Lee Ving dei FEAR con “I Love Livin’ In The City”.

Il CD era parecchio graffiato e, tra una buca e l’altra, quella canzone continuava a saltare dalle casse dello stereo.

Allo stesso modo, saltava il nostro fucile AK 45 rimbombando nel baule.

Ora, in un qualsiasi racconto o fiction, la polizia ci avrebbe presto sorpassato e qualsiasi preoccupazione sarebbe sfumata in un respiro di sollievo.

Invece no.

Ci fecero gli abbaglianti.

“Fermati!” mi disse ad un tratto Stefano.

Non avevo scelta.

La vecchia Jeep presa in prestito non avrebbe retto.

I vetri appannatissimi non aiutavano per nulla: avevo un muro davanti.

Affondai lo stivale sull’acceleratore.

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Vittoria dei Videoteppisti al Nonantola Film Festival con il cortometraggio WOLFHOUND

Modena. Due anni prima.

Con Wolfhound, i Videoteppisti stravincono il Nonantola Film Festival.

Questo cortometraggio lasciò molti senza parole.

All’epoca tutti i cineasti indipendenti giravano con cavalletto e ottica di default della propria camera.

Qua invece, i protagonisti, la narrazione, l’uso del fish-eye e della steadicam…

I Videoteppisti avevano appena realizzato un’opera prima dirompente.

Fra gli elementi obbligatori di quell’anno c’era anche la frase “Dipende da punti di vista”.

L’intuizione geniale fu quella di includerla all’interno di una canzone.

Nessuno era mai arrivato a tanto.

Semelle. Altro corto incredibile.

Questo gioco sui tempi nei piani sequenza era qualcosa che non avevo mai visto prima.

Fu grazie al regista Domenico Guidetti che entrai in contatto con loro.

Insieme realizzammo il film sui sette peccati capitali.

Ad oggi, il corto che realizzarono in quell’occasione ritengo sia uno dei miei preferiti di sempre.

Fu così, che quando a me e a Federico arrivò la proposta di andare in Francia a girare un corto, pensai automaticamente ai Videoteppisti.

Non pensai però subito alle possibili conseguenze.

Avevamo pochi giorni per creare un corto da zero.

Ovviamente la cosa non ci preoccupava affatto: ognuno di noi aveva già maturato una certa esperienza in merito.

Una Jeep in prestito, reflex, qualche ottica, due fucili… cosa mancava?

Ah si, un attore. Qualcuno doveva pur recitare.

Avevo conosciuto Stefano Pietro Detassis all’Arti Vive Festival.

Ricordo lui avesse vinto come miglior attore con il corto IL VINCITORE.

Io invece avevo vinto con Luca Lamorte per la migliore regia de La Leggerezza dell’Acqua.

Partimmo.

Lui da Roma in aereo, noi in 4 sulla Jeep.

Destinazione Les Mureaux, Francia.

Arrivammo dopo una serie interminabile di peripezie.

Il risultato di quell’esperienza fu Plutot la Pluie.

Con quel corto non solo vincemmo non solo il premio miglior attore e miglior corto al festival francese, ma anche all’edizione successiva dello stesso Arti Vive Festival.

L’idea del corto venne a Zanna in una notte.

Ancora ricordo la mattina successiva, quella nella quale ci spiegò tutti i minimi particolari.

Penso questo sia “l’esser visitati” dall’idea.

Era incredibile ascoltare come nella sua immaginazione aveva già girato e montato il cortometraggio.

È stata una delle più grandi lezioni di cinema alla quale ho assistito.

Con quel corto non solo vincemmo non solo il premio miglior attore e miglior corto al festival francese, ma anche all’edizione successiva dello stesso Arti Vive Festival.

L’idea del corto venne a Zanna in una notte.

Ancora ricordo la mattina successiva, quella nella quale ci spiegò tutti i minimi particolari.

Penso questo sia “l’esser visitati” dall’idea.

Era incredibile ascoltare come nella sua immaginazione aveva già girato e montato il cortometraggio.

È stata una delle più grandi lezioni di cinema alla quale ho assistito.

E la polizia?

La polizia ci fermò.

Trovarono l’arma nel bagagliaio, ma non i documenti della vettura.

Ero già pronto al peggio, quando invece capendo si trattava di un film ci lasciarono andare.

Dio benedica la Francia.

Penso non sia un caso il cinema sia nato lì.

VideoTeppisti Marconcini Zanoli

Nel corso degli anni, i Videoteppisti verranno riconosciuti da Raindance fra i più interessanti 10 Filmmakers Italiani.

videoteppisti plutot la pluie

Plutot la Pluie ora disponibile online in VOD

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